Helleborus Niger Linneo

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Helleborus Niger

Nome italiano:

Elleboro bianco (per il colore di fiori), elleboro nero (per il colore del rizoma), elabro nero, rosa di Natale, rosa d'inverno, radice d'Ippocrate.

Famiglia: Ranunculaceae.


Etimologia.

da Hellèboros, fiume greco che attraversa la città di Antkyra, dove anticamente si utilizzava contro la pazzia una pianta locale dello stesso genere, l'Helleborus orientalis, oppure dal greco helleboros, che ha il significato che uccide, che consuma, riferendosi alla forte tossicità della pianta stessa. Dal latino niger, nero, per il colore scuro del rizoma.

Descrizione.

Pianta erbacea perenne, alta fiino a trenta centimetri, dal cui rizoma orizzontale si elevano una o due foglie ed uno scapo rossiccio, generalmente con un unico fiore.
Le foglie sono coriacee, verdi scure, divise in 5-9 segmenti acuti, dentati in alto. I fiori sono grandi e bianchi, sfumati di rosa. I frutti sono costituiti da follicoli rigonfi.

Fioritura.

Da gennaio febbraio (anche prima!) fino ad aprile.

Habitat.

Luoghi cespugliosi e ombreggiati, faggete, cedui, radure.

Distribuzione.

Sottoboschi di pinete e cedui, pendii sassosi (su terreni calcarei). Frequente lungo la valle del Fella e nella parte meridionale del nostro territorio. Specie centroeuropea.

Parti velenose.

Tutta la pianta.

Principi attivi.

Due glucosidi: elleborina ed elleboreina, che non vengono distrutti con l'essicazione. Acido aconitico.

Impiego terapeutico.

L'elleborina ha azione narcotica e l'elleboreina ha azione di tipo digitalico: entrambe irritano fortemente l'intestino. Un tempo veniva usato come vermifugo, purgante energico, emmenagogo, ma provocava numerosi decessi a causa dell'elevatissima tossicità.
All'esterno veniva usato come starnutatorio (pericolosissimo) e contro i pidocchi (altrettanto pericoloso).

Intossicazione.

Eliminata dall'uso medicinale, i rarissimi casi di avvelenamento dovuti all'elleboro si manifestano con diarrea, convulsioni, delirio e morte per paralisi respiratoria.

Curiosità

Presso i popoli antichi l'elleboro era considerato un rimedio contro le malattie mentali, tant'è che grazie ad esso anche Ercole guarì dalla follia.
Il medico greco Dioscoride notò che il vino, ottenuto da uve delle viti cresciute tra gli ellebori, aveva particolari proprietà purgative. Il nome volgare di elleboro bianco viene attribuito anche al Veratrum album .

Note.

Non utilizzare la pianta per uso medicinale familiare: una forte dose può causare la morte in pochi minuti!




Elleboro Nero

Bibliografia:
Antonino Danelutto Piante Velenose dell'Alto Friuli, ed. La Chiusa.

Linx: http://www.lycopodium.it/lycopodium/articles/686.html http://w3.uniroma1.it/cav/italiano/piante/elleboro.htm

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